La contaminazione fra lingue è un fenomeno antico quanto il mondo, naturale, inevitabile. Minaccia per alcuni, ricchezza per altri. Acerrimo nemico per i primi, da accogliere a braccia aperte per i secondi.
Ma chi è dunque questo amico-nemico della lingua italiana? No, non l’inglese come molti potrebbero pensare. Ne esiste un altro che non usa l’artiglieria pesante del web, che non compie assalti frontali con l’informatica, ma preferisce la tecnica dell’assedio, attende fino a quando non si apre una breccia e il gioco è fatto. Stiamo parlando del francese.
Non ne siete convinti? Immaginatevi la scena: al bistro sorseggiando un cappuccino, indecisi fra brioche, croissant e bignè. Pensate alla boutique dove cercare un bel tailleur, con chiffon, pochette e decolleté per la vostra serata tête-à-tête al vernissage di un celebre atelier. E tra un trompe-l’oeil e un collage con una flûte di champagne stupirete con il vostro charme di femme fatale. E questo è solo un esempio. Si può continuare.
Immagine via Flickr: Quartier français? – Laurent (CC BY-ND 2.0)