dillonitialiano

#dilloinitaliano

Sembra che in Italia qualcosa si stia muovendo: alcune voci del mondo intellettuale e giornalistico hanno lanciato un appello ed è stato raccolto, anche dalla strada. E forse in futuro per essere cool non sarà più necessario vestire fashion e seguire gli ultimi trend.

Forse siete già a conoscenza della petizione #dilloinitaliano perché la avete likata su Facebook, twittata o ritwittata o ricevuta tra i feed RSS. Nel caso invece non sia ancora passata sotto le vostre dita su uno smartphone o un tablet, ecco qui in breve di che cosa si tratta. Perché come twitter insegna, avete 140 caratteri per catturare l’attenzione del lettore o perderla per sempre.

#petizione per invitare governo italiano, amministrazioni, media e imprese a parlare un po’ di più in italiano. Salviamo la nostra cultura!

Ha avuto fin da subito grande risonanza non solo in rete – dove vale la pena leggere il contributo de L’Huffington Post – ma anche fra varie testate, tra cui La Stampa e La Repubblica. Ha così raccolto ad oggi oltre 68 mila firme. Ma cosa ha spinto così tante persone a rispondere a questo appello? Le motivazioni, le più svariate, sono state riassunte in due video. Una chicca e cito “Il target della mission di #dilloinitaliano è un primo step per una communication in grado di favorire l’understanding nazionale”.

E qualcosa già si muove!

L’appello non è caduto nel vuoto, al contrario è stato accolto a braccia aperte dai linguisti della Crusca, che hanno anche avanzato tre proposizioni concrete. Nel breve termine vogliono chiedere aiuto alla rete e a tutti voi per scoprire quali sono le parole inglesi che si sono infiltrate nell’italiano ed eventualmente trovare delle alternative accettabili. A questo proposito se scovate degli “intrusi” potete segnalarli qui. Inoltre l’accademia prevede di cooperare con le istituzioni della Svizzera italiana e organizzare attività di sensibilizzazione sull’uso della lingua italiana. Ebbene sì, si guarda oltralpe, perché l’erba del vicino è sempre più verde. Ma forse in questo caso i prati svizzeri sono effettivamente più rigogliosi. Infine, per creare una vera cortina di ferro contro gli anglicismi, La Crusca prevede di creare un gruppo di monitoraggio dei cosiddetti “anglicismi incipienti” per riuscire a individuare anche i più recenti. Insomma, si prevedono tempi duri per!

Immagine via change.org



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